I ceraioli
I protagonisti della Festa sono i ceraioli e ceraiolo può essere ogni cittadino di Gubbio di nascita o di diritto diventato.
Per un eugubino, nella propria vita, è molto importante portare il Cero, un motivo d’orgoglio.
L’appartenenza al Cero era in origine legata al tipo di mestiere e si tramandava di padre in figlio.
Oggi la scelta del Cero è libera ma in realtà molto condizionata dalle tradizioni di famiglia, specialmente di quelle paterne sui figli maschi, futuri ceraioli.
Le donne, pur avendo compiti d’incitamento e di tifoseria accanita non prendono il Cero.
Quanti siano i ceraioli in ogni corsa è difficile dirlo, perché, oltre agli schemi tattici e alle tradizioni dei “casati” ceraioli, molto è legato all’improvvisazione e alle necessità della corsa.
I Ceraioli indossano una particolare divisa che si differenzia per la colorazione della camicia: gialla per i ceraioli di Sant’Ubaldo, azzurra per quelli di San Giorgio e nera per quelli di Sant’Antonio.
I Capitani
I Capitani, figure chiave della Festa, sono due: Primo e Secondo.
Sono estratti a sorte, due anni prima la mattina del 15 maggio, durante una Messa nella chiesetta di San Francesco della Pace (dei Muratori) in Via Savelli.
Rievocano la figura medievale del Conestabile, un magistrato che veniva eletto per sovrintendere lo svolgimento della Festa.
Aveva in quei giorni poteri assoluti e amministrava la giustizia, poi tornava ad essere un semplice cittadino.
La designazione dei Capitani avviene tra coloro che appartengono all’università dei Muratori o Scalpellini.
Vengono imbussolati 12 nomi, in un’urna conservata presso la Chiesetta dei Muratori ed estratti a sorte, fino ad esaurimento, i nominativi dei Capitani dei successivi sei anni. Una volta esaurita, l’urna si riempie di nuovi designati.
I candidati a Capitano devono esercitare ancora un lavoro, avere un’età tra i 50 e i 55 anni al momento della corsa, essere in grado di cavalcare. La loro carica è valida per tutto l’anno solare, dal 1 gennaio al 31 dicembre.
Vanno entrambi a cavallo (dal 1992 anche il Secondo Capitano, che prima correva a piedi davanti ai Ceri).
La loro divisa, rivisitata recentemente, è costituita da una giubba blu con i bottoni dorati e le rifiniture rosse. I pantaloni bianchi con stivali neri fino al ginocchio e la feluca a far da copricapo. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione tra il Comune di Gubbio e l’Università dei Muratori, Scalpellini e Arti congeneri. La rivisitazione delle divise del Primo e Secondo Capitano, nonché dell’Alfiere e Trombettiere, è stata fatta per valorizzare queste figure della corsa con costumi, già presenti fino agli anni ’50, in stile napoleonico. Le fonti da cui ricavare la foggia napoleonica sono state tante, come ad esempio il famoso quadro di Vittori, dove a guidare i ceri è proprio un capitano con in testa la feluca con le piume ed una giacca a code. La consulenza storica ed il materiale fotografico hanno permesso una fedele ricostruzione degli abiti, creati a mano da artigiani specializzati.
Unica differenza, tra i due Capitani, è rappresentata dal numero dei galloni in oro sulla berretta rossa in testa (tre per il Primo e due per il Secondo).
Il cavallo è ornato da una gualdrappa rossa, sulla quale sono ricamati lo stemma del Comune di Gubbio e quello dell’Università dei Muratori.
Il Primo Capitano è il comandante della corsa in città; mentre il Secondo è il responsabile dell’Alzata della mattina e della Corsa sul Monte.
Durante la Corsa precedono di poco a cavallo i Ceri.
Altre figure della Corsa sono il trombettiere, che rileva con le note della carica i momenti precedenti l’Alzata e la Corsa e l’Alfiere, entrambi a cavallo, che insieme ai Capitani precedono la corsa.
I Capodieci
Sono tre, uno per ogni Cero. Il Capodieci è la massima autorità del Cero e come tale è il responsabile della Corsa.
La carica avviene per elezione da una quarantina d’anni e, di recente, ha luogo ai primi di gennaio.
Contano la tradizione ceraiola, l’esperienza, l’attaccamento al Cero, ma anche qualità morali e umane e una certa prestanza fisica.
Il Capodieci partecipa a tutte le manifestazioni e le cerimonie di rappresentanza, organizza la Corsa in tutti i suoi dettagli, coordina le mute disposte durante il percorso, indica i capodieci di corsa (all’origine tre ma oggi molti di più), i bareloni e i capocinque e, da poco, anche il Capocetta.
Il giorno del 15 maggio aprono la sfilata, gettano la brocca e alzano i Ceri; spetta loro di diritto prenderli nel primo tratto della “Calata” di Via Dante (dei Neri) e di abbassarli all’arrivo per l’ingresso nella Basilica di S. Ubaldo. Unico elemento che li distingue dalle divise degli altri ceraioli, è lo stemma appuntato sul petto con i simboli dei tre Santi dei Ceri, rispettivamente la mitra, l’elmo e la fiamma.
Il Capocetta
Il Capocetta è una specie di scorta armata di accetta, uno per ogni Cero, con il compito di fare rispettare le regole della Corsa e che al giorno d’oggi ha un valore puramente simbolico.
Il loro costume è come quello dei tamburini: camicia rossa e fusciacca nei colori giallo, azzurro e nero distinti per Cero.
I Tamburini
Tutta la Festa è accompagnata da musiche e canti popolari, strofe e stornelli, cantati in corteo o in piccoli gruppi, mentre si brinda, si festeggia e si corre, utilizzati dai ceraioli per salutarsi o per sfottersi.
Tra gli strumenti hanno un rilievo particolare tamburi e chiarine, lunghe trombe dal suono argentino e acuto, usate oggi in cerimonie con la presenza di valletti in costume storico.
Il costume dei tamburini consiste di una camicia rossa e una fusciacca che è gialla, azzurra o nera secondo il Cero.